La più antica è
"LA PINSA"


Questo tipo di PIZZA è il frutto del genio dei contadini del territorio laziale che non potevano permettersi di sprecare nemmeno un grammo di quella farina ottenuta con tanta fatica.
Il prodotto più raffinato e lavorato era destinato ai mercati, la parte più grezza che non si vendeva veniva usato in casa o dai fornai per testare la temperatura dei forni per produrre il pane.
I fornai erano soliti saggiare la temperatura del forno con un
piccolo impasto di pane schiacciato con le mani che poi veniva gustato al momento, caldo e fragrante.
Fu così che nacque la prima PINSA (dal latino “pinsère” ovvero schiacciare).
La storia di questo fantastico prodotto è testimoniato anche
nel libro dell’Eneide di Virgilio dove si narra dell’arrivo di Enea
nel Lazio che affamato e stremato dal lungo viaggio venne
accolto dal re latino e dalla figlia Lavinia.
Per accogliere e rifocillare i viaggiatori gli vennero offerti prodotti locali accompagnati da grandi focacce non rotonde ma allungate.
Virgilio la presenta come un pasto povero, con farine grezze, poco raffinate ma con un sapore unico.
La Pinsa oggi da semplice pizza del fornaio è diventata il
prodotto che racchiude la tradizione e la storia delle contaminazioni culinarie che Roma aveva mentre ingrandiva il suo impero.
La Pinsa che conosciamo oggi è quindi il risultato della storia.
Non avendo una ricetta specifica, perchè come detto prima, era un pezzo di pasta schiacciato e allungato, si usava qualsiasi tipo di farina che era disponibile.
Da impasto fatto con farine grezze La Pinsa si è prestata a cambiare la sua ricetta, aggiungendo nuovi cereali che venivano importati a Roma.
Oggi la pinsa ha una ricetta e un processo di lavorazione
specifici, che caratterizzano la leggerezza, il gusto e la croccantezza di questo prodotto, a molti sconosciuto fino a pochi anni fa ma che oggi è diventato un protagonista assoluto della cucina Italiana.



La pizza in
TEGLIA o
"AL TAGLIO"

Risalente agli anni ‘70-’80, tipica delle rosticcerie, è l‘emblema del vero fast food popolare romano e simbolo della ripresa economica della città.
Le rosticcerie, infatti, nacquero per andare incontro alle esigenze delle persone che per lavoro ormai pranzavano assiduamente fuori casa.
Perchè non dare il piacere di una pizza calda da mangiare anche in ufficio o a passeggio?
Risulta croccante e allo stesso tempo scioglievole in bocca, per l’alta percentuale di acqua nell’impasto.
La “Pizza tonda Romana”


Nasce negli anni ‘50: il dopoguerra segnò il boom delle hosterie di quartiere dove si poteva gustare la pizza fuori casa senza spendere cifre eccessive con un’apparecchiatura molto semplice e bevendo vino sfuso.
All’inizio non si trattava di un prodotto di qualità ma, a partire dagli anni ‘70 e fino ad arrivare ai giorni nostri, è diventato un prodotto di eccellenza.
Sottile, senza cornicione, molto friabile e croccante, queste sono le specifiche per una pizza tonda Romana Doc.

